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PAESAGGI INTERIORI E GEOGRAFIA DELL'INVISIBILE

La vita è un cammino
L’atto di mettersi in movimento per incontrare qualcuno o visitare un luogo equivale a prendere una direzione, a focalizzare la propria attenzione su una meta. Breve o lungo che sia, il viaggio implica una complessa organizzazione delle risorse e del tempo necessari per raggiungere un luogo che contemporaneamente sta fuori e dentro di noi. Infatti, lo spostamento avviene sempre su più livelli, paralleli e interconnessi, che comprendono differenti tipi di paesaggi: fisici, mentali ed emotivi.
 
Spesso, nella vita quotidiana, non riusciamo a percepire entrambi i movimenti, convinti di esistere e spostarci esclusivamente attraverso un paesaggio esterno a noi. La nostra società è incentrata su velocità, efficienza e produzione e lo stile di vita che conduciamo tende a concentrare l’attenzione su esteriorità e apparenza. Così facendo però, togliamo tempo e spazio a interiorità, essenza e contenuto creando un solco tra noi e il mondo che ci circonda.

Questa dualità, con il tempo, si trasforma in un senso di separazione tra la cosiddetta realtà fisica e l’universo di emozioni che normalmente proviamo e che vengono sempre più relegate nelle profondità oscure del nostro essere. Tendiamo così a dimenticare parti importanti di noi stessi, essenziali per condurre una vita sana ed equilibrata e imprescindibili per una crescita armonica nei suoi aspetti fisici, mentali, emotivi e spirituali.

Il viaggio è uno strumento utilissimo per sanare questo senso di separazione.

Quante volte, di fronte a una persona appena tornata da un lungo viaggio,
abbiamo detto “hai ancora gli occhi che ti brillano”? Probabilmente vediamo (o percepiamo..) in lei una condizione particolare, un livello di vitalità più alto rispetto a chi è immerso nella quotidianità. Un particolare e inconfondibile stato di eccitazione, di chi ha vissuto un’esperienza che è riuscita a entrare nelle profondità dell’essere, portando freschezza, rinnovamento e nutrimento.

Il viaggio ha la caratteristica di portarci fuori dalla routine, dove gli schemi (o meglio gli schermi) che manteniamo attivi nella vita di tutti i giorni si dissolvono, rendendoci “vulnerabili” alla naturale imprevedibilità dell’esistenza. Ed è proprio in questa situazione “fuori controllo” che ritroviamo il contatto con l’universo interiore dove abbiamo nascosto tutti i nostri migliori strumenti creativi, di adattamento e rigenerazione.

Un universo invisibile che può essere esplorato solamente attraverso percezioni ed emozioni che, se nutrite e coltivate con passione e dedizione, possono fornirci una bussola fondamentale per muoverci al suo interno e aiutarci a creare speciali mappe per viaggiare tra quelli che possono essere definiti i luoghi dell’anima.

Sandro Pravisani

LA GEOGRAFIA SACRA



Nel passato, il rapporto tra uomo e ambiente era dettato da una visione del mondo molto diversa da quella a cui siamo abituati oggi. Soprattutto nelle grandi città è facile perdere il significato della connessione con il territorio, che malgrado la nostra ridotta sensibilità, sta alla base della vita e del progresso della civiltà e dell'individuo. 

Nell'antichità l'ambiente venne considerato sacro in quanto sede delle manifestazioni della vita e pregno di quel soffio vitale che, con un complesso gioco di forze, è capace di donare risorse utili al mantenimento ed allo sviluppo di ogni essere vivente.

Questa visione fu condivisa da tutte le culture del mondo che, nell'intento di armonizzare e volgere a proprio favore quelle enormi potenze capaci di dare e togliere la vita, svilupparono una scienza naturale capace di entrare in connessione con le diverse energie che, invisibili, governano l'universo fuori e dentro all'uomo.

Uomini e donne del passato ebbero percezione di tale realtà sottile e si ingegnarono per scoprirne natura e qualità, imparando a interagire con l'eterno movimento di trasformazione di quell'energia vivente.

I Cinesi la chiamarono Qi, i Giapponesi Ki, i Polinesiani Mana, gli Hindù Prana, i Greci Pneuma, gli Inca Sami,  Etruschi e Romani Sacer. Tutti posero grande attenzione ai luoghi dove insediarsi e dove svolgere le proprie attività, prediligendo quelli dove era più forte la presenza e la manifestazione di quell'energia che vivifica la materia.
 
Nel tempo, coloro che coltivarono maggiormente le tecniche di connessione con quella forza riuscirono a codificare rituali e pratiche per acuire la percezione e la manipolazione di essa (FengShui, QiGong, TaiJi, Yoga, Alchimia, etc).



Seguendo questi links potrete approfondire i temi della Geografia Sacra



Workshops, corsi e conferenze organizzati in Lazio, Veneto, Toscana, Puglia, etc.
per conoscere e praticare l'arte della connessione
e costruire le mappe del proprio mondo interiore.




Geografia sacra dell'anima 
Una serie di strumenti utili nel percorso di crescita degli individui
in connessione alle forze di guarigione e trasformazione dell'universo.
Auricoloterapia, consulenze, apertura e armonizzazione dei centri energetici, massaggi, etc.


Vasta selezione di video e documentari da tutto il mondo
(Italiano, Inglese, Spagnolo) 
 
News, album fotografici e video di ricercatori presenti nella rete di Facebook


Bibliografia                 Gallerie fotografiche


IL POTERE DEL VIAGGIO

tratto dal libro "Il segreto di San Teobaldo - geografia sacra, cavalieri templari e culto del sole"

Il piacere di camminare in quota, tra rocce ruvide e manti erbosi che ne attutiscono le forme, passare dall'oscurità dei boschi all'ariosità di spianate assolate, respirare il profumo della primavera e l'odore della pioggia che avanza.

Trovare ristoro nella freschezza di una valle, addentrandosi sempre più nell'atmosfera densa che ne riempie il fondo. Esplorare il mondo...

L'esplorazione si trasformò in osservazione e l'osservazione lasciò spazio alla contemplazione.


Lentamente, dal profondo emerse il bisogno di connessioni più intime con quel paesaggio che in maniera apparentemente casuale attirava la mia attenzione portandomi ad esplorare non solo i luoghi della natura ma anche la storia, la cultura e la spiritualità degli uomini che ci vivevano.
Non fu uno spostamento dell'attenzione, quanto un'integrazione, un ampliamento della visuale che ora comprendeva incontri ed interazioni con un variegato universo di personaggi carichi di esperienze e saperi.
Un diverso approccio alla conoscenza che donò nuovi sapori che potevo gustare anche nella quotidianità della vita. Iniziò così un viaggio parallelo rivolto all'interno del mio mondo personale.

Un viaggio vero e proprio, dove risultò importante seguire l'istinto e i messaggi che continuamente percepivo e realizzavo durante innumerevoli camminate ed esplorazioni di un territorio che è stato capace di risvegliare i miei sensi.
Un percorso segnato indelebilmente dalle coincidenze.
Più mi inoltravo nella storia, più si delineavano legami tra i luoghi che frequentavo. Legami non solo fisici ma anche simbolici.
Quasi che la maggior consapevolezza di stare vivendo un viaggio parallelo fuori e dentro di me potesse generare ripetutamente incontri e situazioni apparentemente fortuiti ma capaci di portare a scoperte determinanti per quel che era diventato un vero e proprio studio.
Focalizzai l'attenzione degli studi sull'aspetto spirituale dei luoghi.
Le coincidenze si riproposero in maniera assordante, portandomi a ravvisare una connessione sempre più profonda tra luoghi di culto e i simboli che li caratterizzano.

Iniziai a sviluppare un modello di rappresentazione del territorio composto da vari piani sovrapposti. Griglie mentali capaci di farmi avere una visione più completa.

In quegli anni ebbi l'occasione di conoscere il ricercatore Giovanni Feo e Don Juan Nunez del Prado che mi introdussero alla geografia sacra e alla spiritualità andina.
Entrando in contatto con le antiche Tradizioni spirituali mi resi conto di come esse fossero intrinsecamente legate alla natura e alle sue manifestazioni.
Tutte le pratiche di crescita passavano per la riscoperta della dimensione del sacro che si "cela" nella materia di cui è composta la realtà. Un lento risveglio della vista interiore che porta a percepire e vedere con nuovi occhi ciò che viviamo distrattamente ogni giorno. Una vera e propria visione che il viaggio a passo d'uomo ha la capacità di stimolare.


Renderci consapevoli di quello che facciamo e di come questo crei ripercussioni sulla nostra esistenza. Prendere coscienza dell'interconnessione che esiste tra il nostro essere e l'universo che ci circonda. Immergersi nella magia che sta dietro all'incessante lavoro delle api che passando di fiore in fiore svolgono un servizio determinante alla vita di questo pianeta. Rallentare lo sguardo per aprirsi alla dimensione spirituale delle cose, per percepire che tutto è uno.

Questo, per me, è il potere del viaggio.
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